A cura di Flowriting
Com’è cambiato il rapporto degli scrittori con il proprio pubblico nell’era del digitale e del self-publishing?
Come possiamo sfruttare al meglio i social media per scrivere, pubblicare e promuovere il nostro libro in prima persona?
E il fatto che siano in continuo aumento coloro che vogliono scrivere un libro, e che per farlo sono disposti perfino a rivolgersi a professionisti del settore come i ghostwriter – fenomeno quest’ultimo in forte crescita anche nel nostro Paese – è positivo o finisce per influire negativamente sulla qualità generale delle opere?
L’occasione per riflettere su questi e altri temi ci viene offerta dal convegno “Book Lovers on the Internet: Connecting with Readers in Digital Ways”, tenutosi alla New York University lo scorso 12 giugno e organizzato dal Center for Publishing della NYU e dalla rivista Publishers Weekly.
La tendenza prevalente è quella che ritiene Internet uno strumento positivo e fondamentale per espandere la cultura letteraria, ampliandone la fruizione da parte del pubblico.
Oggi per un lettore è molto più semplice trovare la propria “tribù” di appartenenza, con la quale condividere gusti e preferenze: è un po’ come andare a una festa sapendo che c’è sempre qualcuno col quale possiamo legare e socializzare, e soprattutto discutere dei nostri temi preferiti.
E ciò non vale non solo per i lettori: in questo modo infatti anche autori, editori e altri operatori del settore editoriale possono identificare con precisione il proprio pubblico ed entrare in contatto con esso.
Internet, insomma, consente di analizzare con chiarezza come si formano le comunità di lettori e come queste, a loro volta, influenzano le tendenze letterarie e la fruizione delle opere.
Malgrado il fenomeno delle stroncature online da parte di critici più o meno improvvisati sia piuttosto diffuso e rappresenti senz’altro la nota negativa di questo nuovo panorama, l’impressione generale è che prevalga il desiderio di trovare altre persone con gusti affini ai propri, costruendo un ponte per conversazioni positive e per uno scambio di pareri piuttosto che per trinciare giudizi severi.
La parola d’ordine resta divertirsi in modo aperto e intelligente, perché la lettura e la scrittura rappresentano forme di espressione di sé estremamente creative, arricchenti e in certi casi perfino terapeutiche.
Per sfruttare al massimo le possibilità di connessione offerte dalla rete, diventa sempre più indispensabile la conoscenza dei social media.
Tra questi Instagram si posiziona al primo posto, forse per la sua possibilità di creare piccole storie, seguito da Facebook e da Twitter.
Facebook in particolare è utile per costruire e mantenere nel tempo comunità di appassionati con i quali aprire forum di discussione su temi specifici.
Oggi ogni autore dovrebbe saper sfruttare questa possibilità per comunicare al meglio il messaggio del proprio libro, assicurandosi che arrivi al cuore dei lettori.
Tra coloro che hanno saputo farlo al meglio è stato citato il nome di Saeed Jones, un poeta americano il cui esordio, Prelude to Bruise, nel 2014 è stato nominato finalista per la poesia dal National Book Critics Circle Award.
La sua prossima opera, How We Fight For Our Lives, è in uscita a breve con un’aspettativa enorme creata in gran parte dal passaparola degli appassionati sulla rete.